La luce come strumento di vendita: sedurre e dare maggior valore economico al prodotto esposto.
Parametrando il progetto di illuminazione ai contenuti del Brand, Isola Marras, abbiamo progettato un palinsesto che tenesse conto non solo delle esigenze in termini funzionali dello spazio ma che potesse anche esprimere e valorizzare l’unicità del prodotto rispetto agli altri Competitors.
Con Simone Fumagalli per Studio Beltrame Gelmetti
Il carattere della luce come strumento per incrementare la percezione qualitativa sia tattile che visiva del prodotto.
Dubai offre enormi opportunità ai Brand High level e al contempo pone la necessità di riuscire ad emergere dal gruppo.
Ciò non dipende esclusivamente dal prodotto, seppur unico, poiché esclusivo e dedicato, ma anche da quanto il Punto Vendita sia in grado di raccontare la sua storia, attraverso l’allestimento e la luce.
Ovviamente date le condizioni geo-fisiche del luogo, l’impostazione del progetto illuminotecnico è partito dall’analisi dell’illuminamento dato tramite la luce naturale diurna e dal protrarsi fino a tarda sera degli orari di apertura del PV.
Lo spazio raggiunge altezze considerevoli, oltre gli 8.00 metri di altezza, mentre l’esposizione dei capi d’abbigliamento si distribuisce ad altezza tradizionale del punto di vista a 160cm da terra dell’osservatore; solo un’accorta scenografia occupa l’altezza residua superiore a disposizione sia al centro dello spazio che perimetralmente.
Inoltre per condizionare un volume così importante, articolato su una superficie di ca 200mq, bisognava pensare di non aggiungere calore per mezzo delle sorgenti luminose, cercando di ridurre i consumi senza compromettere la qualità della luce e del vissuto.
Dal punto di vista dell’HLD ossia dello Human Lighting Design, lo scopo della luce era di aiutare Isola Marras a gestire ed incrementare il valore delle collezioni giocando sulla treatralizzazione del marchio, evidenziandone le tonalità cromatiche, dai caldi ai freddi, molto variati tra loro e intervenendo sulla tonalità cromatica della luce stessa.
Lo spazio è stato pensato quale volume scandito da luce d’accento e ombreggiature slanciate.
Abbiamo lavorato con due layer di luce distinti, uno in quota e l’altro ad una altezza inferiore di ca. 2.40mt rispetto alla quota del pavimento.
In quota sono stati disposti i binari elettrificati sospesi per proiettori LED con fasci di luce variabili sia Spot ca 15° che Flood da 30° entrambe le soluzioni con potenza di ca 50W ed emissione luminosa pari a 5000lm. Tali binari sono stati affiancati a dei tubolari in alluminio per poter montare dei sagomatori alogeni con regolazione del quadro del fascio di luce e gestione della focale.
Si è trattato di miscelare due tipologie di lampada, quella elettronica LED con quella ad incandescenza in tensione di rete.
Con le sorgenti alogene si è riusciti a definire meglio la sagoma della luce disegnata a terra e sul prodotto, con pulizia e profondità di campo, andando a creare ombre ben connotate.
Le sorgenti LED a 3000°K attenuavano il calore impresso dai sagomatori alogeni, ottenendo un effetto morbido e più polverizzato della luce.
Perimetralmente sono state disposte le appenderie con i loro capi d’abbigliamento, tramite strutture semplici, dal disegno minimalista a contrastare con le soluzioni decorative e l’intensità dei colori delle carte da parati a tutt’altezza. Abbiamo disposto un secondo layer di proiettori che, direttamente da parete organizzati in batteria, focalizzassero la luce sui capi d’abbigliamento. Si trattava di lampade alogene da 60W QT12 con fascio 18°.
Le impennate delle vetrine, quale fronte più direttamente esposto alla luce diurna, sono state illuminate sia dal basso verso l’alto con ribaltine LED mentre sui laterali sono stati scanditi dei faretti LED da 30W con fasci intervallati da 15 e 30° con temperatura colore 3000°K.
Infine gli elementi di arredo molto frastagliati ci hanno suggerito di inserire al loro interno dei microfaretti LED per poter accedere alle nicchie e creare degli effetti di luce dedicati a piccoli oggetti e dettagli.
In generale la quantità di luce a terra non è costante e varia secondo le zone del negozio;
sui piani verticali si è cercato di rilevare la tridimensionalità dello spazio definendo dei piani distinti, come fossero delle quinte scenografiche.
L’impianto delle luci è gestito da un sistema di controllo che sfruttando il segnale DALI e DMX, tramite la dimmerazione dei corpi illuminanti fosse in grado di generare svariati scenari di luce.
Ogni proiettore è dotato di alette per chiudere o aprire il fascio di luce e per evitare l’eccessivo abbagliamento.
In generale per agevolare il comfort visivo e come dicevamo in principio per stimolare il carattere del marchio Isola Marras, il progetto ruota intorno a scenari di luce facilmente componibili tra loro per esaltare il calore dei tessuti e la resa cromatica.
La luce è utilizzata per stimolare la percezione del vissuto all’interno del Punto Vendita e per rendere fluido il rapporto con le creazioni dello Stilista.
La luce certamente facilita l’esperienza d’acquisto, è ingrediente fondamentale per il benessere attivo dei clienti.