Il viaggiatore di oggi è sempre più alla ricerca di una perduta permeabilità con il luogo che sta attraversando. Crediamo che il nostro compito come designer sia quello di dare forma a spazi traggano la loro forza dai luoghi in cui sorgono e che, in qualche modo ne custodiscano l’anima.
Per Matteo Thun & Partners
Hong Kong.
Città che per sua natura genera visioni, non più città ma megalopoli, spazio narrativo scandito da un ritmo incalzante, brulicare di segni, formicolare di colori; alternanza repentina di natura e artificio.
E’ uno scrigno di bambù che ne trattiene il respiro: silenzi densi di una sensualità sussurrata, imprigionata nelle trame di un tessuto, nella traccia di un pennello.
Lo spazio inscritto all’interno di questo perimetro è scarno, essenziale; articolato in tre diversi momenti, racconto dei silenzi di un viaggiatore: un sottile spazio di gocce d’acqua, una superficie di luce azzurra elettronica divide la notte dal giorno.
Filtro tra il dentro e il fuori , nicchia dove galleggia il ricordo di un abito che trattiene infiniti abiti d’infiniti viaggi, d’infinite individualità.